Lo statuto che non c’è

Boy and girl (6-7) using typewriters --- Image by © Bettmann/Corbis
Boy and girl (6-7) using typewriters — Image by © Bettmann/Corbis

Roma, 14-15 novembre: la “Coalizione 27 febbraio” organizza e promuove un atto pubblico per scrivere i diritti del lavoro autonomo

Lo scorso 15 ottobre, nella conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri, il premier Renzi ha annunciato il «Jobs Act del lavoro autonomo». Già il 9 di ottobre, presso il Nazareno, il PD ha presentato le sue linee guida per “riparare il danno” dello scorso anno, quando la Legge di stabilità, poi corretta dal Milleproroghe, cancellò il regime dei minimi e nulla fece per bloccare l’aumento dell’aliquota contributiva previsto dalla Legge Fornero.

Per quel che fin qui si è capito, la riparazione avverrà in due tempi: con la Legge di stabilità si rivedono le soglie dei ricavi, innalzandole, per il regime forfettario e, nello stesso tempo, si ripristina il regime dei minimi con l’imposta sostitutiva del 5% (che però durerà solo 3 anni); con un DDL Collegato si defiscalizzano le spese formative, si estendono le tutele relative a maternità e malattia, si modifica il contenzioso (superando la tradizionale distinzione dell’articolo 409 del Codice di procedura civile), si garantisce l’accesso degli autonomi agli appalti pubblici e al fondo di garanzia in caso di fallimento del committente.

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